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Nel celebre thriller di Dan Brown i nomi di personaggi e luoghi riprendono quelli di altre storie e leggende legate alla grande casistica dell'esoterismo e del mistero. Il 'Codice da Vinci' è un romanzo di interesse esoterico, ma con trama autonoma rispetto ai classici racconti del settore. Dan Brown si limita a riutilizzare nomi già conosciuti ma li associa ad altre figure di sua invenzione. In pratica, strizza l'occhio alla preesistente letteratura inventando una storia del tutto sua.
Nel 'Codice da Vinci' tutto comincia con un omicidio, consumato all'interno del Museo del Louvre. La vittima è il direttore del Museo stesso, che è anche il capo del Priorato di Sion, una setta occulta che custodisce il Sacro Graal e il segreto sulle origini del Cristianesimo, che la Chiesa vuole tenere nascosto: Gesù sposò Maria Maddalena ed ebbe figli. I discendenti di Cristo esistono ancora nelle famiglie dei Plantard e Saint-Clair. Alla vittima Dan Brown dà il nome di: Jacques Saunière. Il cognome è preso a prestito da un personaggio tenebroso e realmente esistito. Si chiamava Béranger Saunière ed era parroco di Rennes-le Château, un piccolo paese del dipartimento dellAude, alla fine dell'Ottocento. In quel luogo sonnacchioso e dimenticato da Dio, l'abate Saunière scoprì, nei nascondigli di un altare, pergamene medievali. Da questo ed altri indizi trovò un tesoro. Così si spiega la sua improvvisa ricchezza. Sull'omicidio al Louvre indaga il capitano di polizia Bezu Fache. Bezu indica una località della Francia meridionale in cui i Templari possedettero un castello, sorto per custodire - appunto - un tesoro. Bezu non è lontana da Montségur, dove furono massacrati i Catari (o Albigesi), accusati dalla Chiesa di eresia.Una leggenda dice che quattro persone sfuggirono alla strage e nascosero in zona un tesoro. E' questo il tesoro trovato da Béranger Saunière molti secoli dopo? Non lontano da Bezu e Montségur si trova Rennes-le Château. L'indagine per l'omicidio coinvolge Robert Langdon, un professore di Simbologia dell'Università di Harvard che Fache sospetta colpevole e vuole arrestare. L'assassino è, in realtà, un agente dell'Opus Dei (un'organizzazione realmente esistente attestata su posizioni di forte ortodossia cattolica), ma la polizia non lo scopre subito. A Langdon non resta che fuggire, con l'aiuto di Sophie Neveu, nipote dell'ucciso, che alla fine si scoprirà appartente alla famiglia dei Saint-Clair: in pratica l'ultima discendente di Cristo e della Maddalena. Il nome di Sophie è fortemente simbolico, perché i vangeli riprendono il concetto della lingua e del pensiero greco, che associano la parola Sofia alle idee di sapienza e saggezza. Con questa verità, e con il ripensamento del capitano Fache, Robert e Sophie smettono di fuggire e il romanzo trova il suo lieto fine.
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testi e grafica di: leonardo d'erasmo
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